Alberto Burri è un pittore italiano, tra i più importanti del Novecento. Con la sua tecnica ha anticipato movimenti come l’arte povera e il nuovo realismo, attraverso l’utilizzo di materiali nuovi e d’avanguardia come catrami, ferro, muffe, legno, terra e colla per la realizzazione dei suoi dipinti materici.
Le sue opere sono un esempio di arte informale, un movimento nato alla fine degli anni ’40 che rifiuta l’arte figurativa e astratta a favore di una nuova comunicazione della materia.
L’artista studia medicina e decide di concentrarsi sull’arte solo durante un periodo di prigionia in Texas durante la seconda guerra mondiale. Tornato libero, nel 1946 Burri arriva a Napoli e successivamente si trasferisce a Roma, dove nel 1947 espone alla sua prima mostra personale alla galleria La Margherita.
Negli anni successivi inizia la sperimentazione di Burri con materiali nuovi e d’avanguardia, in cui la materia prende il sopravvento sul quadro stesso.
È del 1949 Assemblage SZ1, il primo dei Sacchi di Alberto Burri, e in quell’anno inizia a lavorare anche sui catrami. Nel 1950 inizia la sperimentazione su muffe, gobbi e sacchi.
Nel 1951 fonda insieme a Mario Ballocco, Giuseppe Capogrossi ed Ettore Colla il gruppo Origine, che nasce per andare oltre l’arte figurativa e l’astrattismo attraverso l’utilizzo di forme elementari e colori intensi e violenti.
È l’anno successivo a decretare il successo internazionale del pittore, con la prima mostra in America nel 1953 tra Chicago e New York, Alberto Burri: paintings and collages. Nel 1955 gli vengono dedicate una monografia al Guggenheim e una mostra al MOMA di New York e nello stesso anno l’artista espone alla Biennale del Brasile e alla Quadriennale di Roma.
Tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta Burri intensifica la sua attività espositiva e comincia la sperimentazione su nuovi materiali. Nel 1957 inizia a utilizzare la tecnica della saldatura sui primi ferri e nel 1962 espone le prime opere realizzate in plastica, materiali su cui lavorerà per tutto il decennio.
Nel 1964 vince il premio Marzotto per la pittura e all’inizio degli anni Settanta comincia il lavoro di Alberto Burri sul Cretto.
Nel 1973 realizza la prima esposizione sul ciclo dei cretti e nel 1976 crea il Grande Cretto Nero, esposto all’università di Los Angeles.
Nel 1979 inizia il processo di realizzazione dei Cicli, opere monumentali conservate nel museo Burri degli Ex Seccatoi del Tabacco nella Città di Castello. Qui sono conservati oltre 120 dipinti realizzati tra il 1974 e il 1993.
Sempre a Città di Castello nel 1981 viene inaugurata per volere dell’artista la Fondazione Burri, con sede nel Palazzo Albizzini.
Nel 1984 Alberto Burri a Gibellina realizza la sua opera più conosciuta: il Grande Cretto.